Smart working e pandemia

Lo smart working, oltre alla potenzialità di poter lavorare ovunque, ha portato ad una maggiore consapevolezza di se stessi.

Scritto da Elena Tosatto il 24 Febbraio 2022 @ 10:00 - Curiosità

La pandemia, ormai lo sappiamo, ha accelerato il processo dello smart working. Sempre più aziende negli ultimi due anni, sono state in qualche modo costrette a farne ricorso. Infezione al virus e quarantena, continuano a costringere in casa. Dunque sebbene non tutti (o non sempre) lavoreranno in smart working, le imprese devono adattarsi a questo modello. Non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per quello che riguarda le nuove assunzioni.

Smart working e pandemia: effetti sulla selezione del personale

Le aziende manifestano nuove necessità organizzative, e per far fronte al problema, richiedono differenti personalità lavorative, rispetto al modello tradizionale di lavoro. Ma la pandemia ha anche avuto effetto sul modo in cui le aziende selezionano i dipendenti. Come abbiamo già detto, oggi i colloqui diventano virtuali.

Cambiano i modi di selezionare il personale: il colloquio virtuale

I colloqui sono diventati virtuali, come virtuali sono le assunzioni (specialmente nel settore hi-tech e finanza). Ma la selezione virtuale è spesso più complessa. Colloquiare un candidato on line, non permette di scorgere espressioni, attitudini, movimenti, che sono fondamentali per comprendere il reale comportamento della persona che sta di fronte. Non osservato di persona, il candidato potrebbe mentire sulle sue reali competenze. Una sfida in più per i recruiter. Ma anche per i candidati.

Cosa cercano le aziende

Per affrontare al meglio questo momento, le aziende dovrebbero avere ben chiaro cosa stanno cercando, quali ruoli devono essere ricoperti. La selezione diventa fondamentale. Alcune aziende hanno messo in piedi un vero e proprio team di “selezionatori”, composto niente meno che da altri dipendenti, posti a descrivere le competenze della posizione ricercata.

Un incentivo a scoprire sé stessi

Lo smart working stimola coloro che ne usufruiscono, a scoprire competenze che non pensavano di avere. A tutti i livelli aziendali, chi lavora in modalità smart, è chiamato a trovare le proprie capacità ed a gestire la propria autonomia.

Lo smart working può rappresentare per qualcuno una buona possibilità, una nuova occasione per scoprire talenti che altrimenti non avrebbe avuto modo di conoscere. E chi riesce a sfruttare questa strada in maniera positiva, ne trarrà beneficio con una evoluzione personale e lavorativa. Come? Con un nuovo bagaglio di competenze utili o riqualificandosi completamente a nuovi ruoli e mansioni.

Smart working e pandemia: adattamento e riqualificazione

Così, i manager sono incaricati di dare le proprie direttive a distanza. Per coordinare i collaboratori tramite un monitor, bisogna necessariamente essere in grado di farsi valere, ma senza prevaricare. Coinvolgere i propri collaboratori, ascoltandoli, facendoli sentire, da lontano, parte di un progetto comune.

Si tratta a volte di un vero e proprio sconvolgimento delle proprie abitudini, lavorative e personali. Non per tutti l’approccio è positivo: chi ha buone attitudini alla socialità, ne verrà certo influenzato negativamente, non potendo avere rapporti face to face. Perciò dovrà manifestare la propria socialità con vie e mezzi differenti.

Allo stesso modo, la persona che ha scarsa capacità organizzativa, troverà difficoltà nel gestire il proprio tempo in totale autonomia. Lo stacanovista, dovrà ricorrere ad un maggiore autocontrollo, per poter controllare meglio il tempo da dedicare al lavoro.

Ricerca del personale: senza limiti di distanza

Le aziende che si improntano sullo smart working, possono cercare i loro collaboratori anche al di fuori delle loro sedi. O meglio: proprio perché il lavoratore non deve essere fisicamente presente in azienda, il candidato ideale può essere cercato potenzialmente in tutto il mondo. E questo vale anche al contrario, ossia i candidati, non devono più limitare nello spazio le loro richieste. Non sono obbligati al trasferimento vicino all’azienda, oppure possono scegliere di vivere in qualunque luogo. Lo svantaggio sotto questo aspetto, è che se non vi sono più barriere legate alla distanza: i singoli saranno sempre più in concorrenza, dal momento che sarà dato sempre più peso alle competenze.

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Dipendenti e collaboratori, possono decidere (tramite la propria azienda o per conto proprio), di noleggiare uno spazio per il tempo che necessitano, che sia di loro vantaggio e comodità.

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